domenica 23 marzo 2014

Po-po-pooo-POLLO

Ciao cookers!
Nelle mie ricette avrete sicuramente notato che il pollo appare più di una volta, quindi mi sembra arrivato il momento di parlarvene  meglio. 
Il pollo domestico, quello che siamo abituati a vedere nei pollai, deriva da specie selvatiche di origine Indiana. 
La vita del pollo è scandita da diversi step, ai quali è attribuito un nome specifico: pulcino ( animale di 3-4 meso e 600g di peso), pollo da grano (circa 1kg), pollo o pollastra (circa 1,5kg), galletto (maschio di crica 6 mesi), gallo ruspante (dai 6 ai 10 mesi), cappone (maschio castrato da 2,5kg).
I polli sono onnivori, infatti mangiano semi e grano, ma anche lombrichi e vermi che trovano nel terreno. Le galline destinate a deporre uova, ne depongono fino a 300 all'anno: pensate che alcune galline prelevano le uova da altri nidi per spostarle nel loro.
Come tutte le carni bianche, anche quella di pollo ha un bassissimo contenuto di grassi ma un'elevata percentuale di proteine, che contribuiscono alla rigenerazione dei tessuti e alla formazione di enzimi. Il grasso del pollo è concentrato nella pelle, quindi è facile eliminarlo; la sua carne ha poco tessuto connettivo, quindi è facilmente digeribile.
La sua carne è molto tenera grazie alla forma delle fibre muscolari, e l'elevata percentuale di ferro fa si che questo alimento sia adatto per i bambini, che devono crescere.
Esistono allevamenti di galline ovaioli e allevamenti di polli da carne. 
Le galline ovaiole vengono allevate generalmente in gabbia o a terra (mediante l'uso di capannoni). L'allevamento biologico si svolge all'aperto ma solo con galline rustiche (provenienti da allevamenti biologici): non ci devono essere più di 6 animali per metro quadro. Gli allevamenti all'aperto presentano lo svantaggio di una minore produzione di uova e aumento di malattie e parassiti, ma hanno il vantaggio di garantire più spazio vitale alle galline.
I polli da carne sono invece generalmente allevati in capannoni dalla capacità di 30-35kg al metro quadro. Esistono gli allevamenti intensivi, nei quali i pulcini divisi per sesso vengono messi all'ingrasso fino a quando raggiungono i chili prestabiliti per la macellazione. 
60g di carne di pollo valgono 2 punti.

Arriva però la nota dolente: gli antibiotici.
Negli allevamenti intensivi le condizioni sono talmente brutali che gli animali non riuscirebbero a sopravvivere senza l'aiuto di farmaci: spesso i capannoni sono sovraffollati, e gli allevatori intensificano la produzione alternando 24 ore di luce a 8 di buio, quindi gli animali sono sottoposti a uno stress non indifferente. Gli antibiotici vengono anche utilizzati per prevenire le malattie che potrebbero contrarre gli animali in quelle condizioni: un abuso però di questi medicinali, per altro vietato dalle norme della Comunità Europea, ha portato allo sviluppo di ceppi di batteri immuni dagli antibiotici. L'84% delle carni di pollo che finiscono sul nostro tavolo presentano batteri immuni agli antibiotici. 
La scelta è nostra: curiamoci maggiormente di ciò che mangiamo, verifichiamo che ciò che mettiamo in tavola abbia delle origini sicure. Questi non sono solo problemi degli ambientalisti, sono anche i nostri. Continuare a produrre carne a questi ritmi, inibendo i controlli, danneggia la nostra salute: anche se più cara, non sarebbe meglio scegliere carne proveniente da allevamenti all'aperto, piuttosto che richiare di avere degli squilibri ormonali (perché è a questo che porta l'assunzione di antibiotici e sostanze dopanti)?!
Cookers, come al solito spero di avervi dato dei validi spunti di riflessione. 
Cosa ne pensate? Fate caso all'origine degli alimenti che comprate?

:*


Nessun commento:

Posta un commento